All Along The Watchtower (o sera di Maggio)

“Adesso bisogna che troviamo un modo di scappare, almeno io devo andarmene di qui. Tu se vuoi resta ma io me ne vado”

Disse il gatto Pallone, il gatto più bello e pacioso del quartiere al gatto Micione, un gatto senza padrone, sempre a scrocco di crocchette altrui.

Pallone continuò: “C’è troppo via vai qua. Non c’è modo di trovare un angolino caldo e silenzioso dove acciambellarsi. Questi gatti del centro città sono viziati e non li sopporto. Non ne hanno proprio bisogno ma vengono qui a mangiarmi le crocchette e bere nella mia ciotola, poi ci sono quelli che vengono qui solo per scavare nell’orto per fare i loro bisogni come se non avessero una lettiera a casa loro. Nessuno di questi gatti sa che culo mi sono fatto per essere adottato da questi umani così buoni”
“Dai non fare così, che non è il caso” rispose il gatto Micione al gatto Pallone con tono tranquillo e pacifico. “Sono tanti i gatti che non si fanno tutti questi problemi. E’ pur vero che né io né te siamo fatti così perché ci siamo passati e che quindi siamo, per così dire, di un’altra razza. Noi sappiamo che non finiremo come loro. Quindi non diciamo cazzate che è tardi ed è quasi buio.”

Sui balconi delle case c’erano i bambini con i nasini fra le sbarre che stavano attenti a tutto quello che succedeva di sotto cmne delle vedette. Le mamme scendevano in strada a chiacchierare con le vicine e i mariti rassegnati si toglievano le scarpe sull’uscio prima di entrare in casa.

Un rumore lontano nel quartiere, forse un camion dei rifiuti, coprì per un attimo il vocio di quella strada a fondo chiuso.

Due moto della polizia stradale entrarono lentamente nella via e si levò un grande vento caldo…