
Una cosa così o la hai vista o non la hai vista. Non c’è via di mezzo.
Io non l’ho vista ma ho incontrato uno che dice di averlo vistoa, cioè visto, anzi averlo avuto, il gatto con le corna. Mi ha detto che ne ha tenuto uno per più di 10 anni e che dove lo ha preso ce ne erano tanti. E’ una razza di gatto diceva, come c’è il soriano, il siamese il norvegese, secondo lui ci sarebbe anche il gatto con le corna.
Io questo signore l’ho conosciuto in treno tanti anni fa, quando ero ancora pendolare, ed anche lui prendeva quel treno qualche volta così a forza di vederci 2 o 3 volte alla settimana sempre nella stessa carrozza abbiamo praticamente fatto amicizia. Prendevo il treno delle 6:36 e a quell’ora non c’erano ancora i giornali all’edicola della stazione e anche se mi portavo un libro da leggere in treno finiva che non lo privo mai e se c’era il sig. Mauro che saliva due fermate dopo ci scappava una bella chiaccherata. Lui era un ragioniere di mezza età che lavorava in banca, non ricordo quale, ed io un neodiplomato al mio primo lavoro importante,
Non sono passati tantissimi anni da allora ma a pensarci bene quello era un’altro mondo. Oggi se qualcuno mi dice di di avere a casa un gatto con le corna, come prova, prima ancora che glielo chieda io, mi mostra le foto sul telefonino, ma alla fine degli anni 70′, quando c’era la tv in bianco e nero e i telefoni avevano la rotella ed in tasca avevi sempre un gettone queste cose del telefonino e delle foto non erano possibili, e neppure pensavo che una giorno sarebbero state possibili.
Con il sig, Mauro ci raccontavamo della nostra vita, lui della sua che era bene inserito in banca ma con una famiglia da mantenere ed io della mia che allora era fatta piu di sogni che di esperienze. Furono per me chiacchere importanti, se così si possono definire, e fra le tante cose che ci siamo detti quella che ricordo con maggiore lucidità è questa storia swl suo gatto con le corna.Vi avviso prima, io non ho alcuna prova da portarvi che ul sig, Mauro mi abbia raccontato veramente di avere questo gatto, anzi, non ho neppure la prova che sia mai esistito un sig. Mauro che prendeva il mio stesso treno, ma essendo questa storia suo modo straordinaria ritengo importante raccontarla esattamente come la ricordo. Posso anche mettere in conto che la mia memoria mi inganni o che il sig. Mauro abbia ingannato me, cosa piu probabile, perchè da quando esiste il web ho fatto molte ricerche. Ho cercato se esisteva o se fosse mai esistita una razza di gatti con le corna e, ovviamente non ne ho mai trovato alcun riferimento. A dir la verità, internet è piena di immagini di gatti con le corna ma sono elaborazioni grafiche, fotomontaggi fatti per divertimento. Non ho mai consultato un’esperto di gatti o uno zoologo vero ma sono certo che esistesse un gatto così, anche se raro, lo si saprebbe bene, e che quindi anche”internet lo saprebbe”. In teoria potete anche trovare una persona adulta che non sappia cosa sia un elefante o che non ha mai sentito parlare del Barsile, io del resto devo confessare con vergogna che fino a pochi anni fa non sapevo che esistesse uno strumento musicale chiamato oboe, ma trovare il contrario, cioè un’animale grande come un elefante o una nazione grande come il Brasile di cui nessuno, neppure Internet, ne sappia nulla è una cosa assolutamente impossibile. E questo appunto mi sembra il caso del gatto con le corna del sig. Mauro.
Mi raccontò che lo aveva preso in Egitto durante una crociera. Non c’erano allora tutti i regolamenti di oggi e lui lo comprò e lo portò a casa senza tante formalità visti i vaccinazioni dogane e cose così. In questo paesino egiziano c’erano appunto dei gatti neri con le corna che dovevano essere anche gatti di un certo pregio perchè per prendere il suo spese non poco. Lo ha sempre tenuto in appartamento come un gatto comune e lo mostrava a chiunque venisse a trovare lui o sua moglie. Quando nacque sua figlia il gatto aveva già diversi anni e morì che sua figlia era ancora piccola.
Io lo ascoltavo con una certa incredulità ma ricordo ancora che insistetti per cercare di capire meglio cosa intendesse per “gatto con le corna”, perchè poteva essere che le corna fossero una qualche definizione fantasiosa per delle grandi orecchie o per dei ciuffi particolari a forma di corna. Il cobra degli occhiali ovviamente non ha gli occhiali come il topo muschiato non è ricoperto di muschio e così immaginavo fosse per il gatto con le corna. Invece, mi spiegò, che il suo aveva proprio le corna, di osso bianco, fra le orecchie. Non corna lunghe ma dei cornini corti, un poco più bassi delle orecchie che diceva che erano sempre in mezzo quando si cercava di accarezzarlo. Capiva che facevo fatica a credergli e diceva che tutte le volte che parlava del suo gatto era la stessa storia ma che ci era abituato. Quindi, per farmi capire meglio e dare maggiore credibilità alla cosa mi fece un disegnino con la matita nel retro di copertina del libro che quel giorno avevo con me. Che fare allora? Credergli o non credergli? Il sig Mauro era per me una persona seria e alcune cose che mi raccontò sul mondo bancario furono lezioni molto utili per me che solo da poco avevo aperto un conto corrente, ma come credere a questa cosa? Era molto convincente e del resto che interesse aveva a raccontarmi panzana così grossa’ Diciamo che gli credetti con riserva. Secondo lui quei gatti egiziani prima o poi li avrebbero fatti sparire tutti. Uccisi o sterilizzati per motivi religiosi, si proprio motivi religiosi diceva! Lui non aveva capito bene il perchè e tanto meno lo capii io dalla sua incerta spiegazione ma mi disse che il suo povero gatto, quando lo prese, non aveva nome perchè secondo le tradizioni locali era una cosa non solo sconveniente ma addirittura pericolosa! Il sig. Mauro e sua moglie, per non rischiare le ire divine della dea Bastet, che poi sarebbe una divinità dell’antico Egittocon testa di gatto, e un po’ per scherzo lo chiamavano semplicemente “gatto” e così fece loro figlia appena iniziò a parlare.
Io e il sig Mauro continuammo ad incontrarc su quel treno ancora per pochi mesi fino a che io non riuscii ad avere un’avvicinamento a casa. Parlavamo sempre del più o del meno nel tempo che passavamo insieme e più accennammo al suo gatto con le corna.
Al mio ultimo viaggio su quel treno prima di lasciarci per l’ultima volta ci salutammo affabilmente e lui mi fece dei calorosi auguri, fra i piu calorosi che io abbia mai ricevuti. Nessuno di noi due accennò ad uno scambio di indirizzi e numeri di telefono, e da allora non ci vedemmo più.
Nella mia edizione tascabile de “Il cavaliere iniesistente” di Calvino, nella terza di copertina, c’è ancora disegnato a matita con tratto infantile, un gatto con le corna. Quando lo guardo sembra chiedermi se io esisto veramente…
bellissimo, intrigante racconto… grazie.
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