Il trucco
Anna è attenta.
La mamma l’ha lasciata con l’auto al solito posto e lei deve fare a piedi tutta la strada per arrivare alla scuola, ma sono poche centinaia di metri, ed è una piccola passeggiata. Sa che sua mamma ci metterebbe troppo tempo ad andare al lavoro se dovesse arrivare con l’auto proprio davanti alla scuola come fanno gli altri genitori. I sensi unici e il traffico la obbligherebbero a perdere anche una ventina di minuti se non lasciasse Anna all’incrocio della farmacia.
Anna è fortunata.
Cosi le hanno detto, perché puo fare quel piccolo pezzo di strada da sola. Può sentirsi libera nel mondo per quei pochi minuti. Una fiducia che non si dà a tutte le bambine di sette anni. La mamma ha anche dovuto firmare una liberatoria per poterla mandare da sola, anche se solo per una piccola parte del percorso, e Anna sa questa cosa, sa che è una cosa speciale perché nella sua classe solo lei arriva senza la mamma o il papà al portone della scuola.
Anna è pensierosa.
Sa che oggi la maestra vuole fare una verifica di aritmetica e sa che inizierà in ordine alfabetico. Ad Anna non piacciono i numeri e non le piace l’aritmetica. Le piacciono le storie che si leggono a scuola e quelle che lr leggono a casa. Ed ha anche iniziato a leggere piccoli libri senza che nessuno la obbligasse.
Anna è piccola.
Il suo mondo vero è ancora piccolo, e non sa quanto può essere immenso, quante cose belle e brutte possono entrare nel suo spazio. Sa che ci sono tante cose ma le vede solo in TV, sa che ci sono tante persone diverse ma ne incontra poche perché lì dove abita le persone stanno tutte chiuse in casa e non ci sono altri bambini con cui giocare. E dove potrebbe giocare se fuori ci sono solo le auto? Metà del suo mondo poi è nello smartphone che sa usare meglio dei grandi, ma è una metà di un mondo piccolo fatto di messaggini e tante faccine e cuoricini colorati.
Anna non piange mai.
Piangere la fa soffrire e soffrire la fa piangere, così ha deciso di non soffrire e piangere più. Non sa di avere preso questa decisione perché questi sono pensieri da grandi. Lei semplicemente si comporta così. Se la sofferenza si avvicina lei se ne allontana semplicemente così come ci si ripara dalla pioggia, perché nessuno ha deciso in coscienza di non bagnarsi. Ci si ripara e basta.
Anna ha dei trucchi.
Come tutti i bambini anche Anna ha i suoi trucchi, ma lei li ha molto grossi, trucchi che la tengono lontana dai dispiaceri. Se la mamma si arrabbia lei si nasconde e poi sorride fra se e se e pensa che la mamma si è sbagliata, ne è sicura.
Anna conosce un gatto.
Non hanno animali in famiglia, neanche un pesce rosso. Il gatto che Anna conosce lo incontra tutte le volte che va a scuola nella sua piccola passeggiata. E’ un vecchio gattone grigio che delle volte sta vicino al cancello di una casa con un grande cortile vicino alla farmacia. Lei lo saluta e il gatto senza nome ricambia il saluto, che non vuol dire che saluta davvero ma che guarda Anna e non scappa subito come fanno tutti gli altri gatti. Da un po’ è riuscita anche ad accarezzarlo ed è molto contenta. E’ un gattone bello e dolce. Si vede che gli vogliono bene.
Anna aspetta il gatto.
Tutte le mattine lo cerca e lo chiama dal cancello. Qualche volte viene lentamente e si fa accarezzare, e si strofina alle sue gambe ma la maggior parte delle volte non si muove dal suo zerbino, alza la testa stanca e la guarda. Pazienza. Anna sa che se la mattina incontra il gatto e riesce ad accarezzarlo sarà una bella giornata, se non lo trova vuol dire che sarà una bella giornata lo stesso, ma forse un po di meno. Anche questo è un suo piccolo trucco.
Anna vede il gatto.
Anche questa mattina cerca il gatto ma non lo vede subito. Ci sono due persone nel cortile oltre al cancello. Un uomo ed una donna, l’uomo ha un trasportino con il gatto grigio dentro e Anna lo vede edi il gatto vede Anna. A modo suo l’ha salutata ma lei non lo ha ancora salutato.
Anna è intimorita.
Non conosce quel signore che sta uscendo dal cancello con il traspotino. Lei è amica del gatto ma non sa come comportarsi con questa persona grande. Resta immobile e guarda il trasportino indecisa se salutare o no il gatto davanti a quello sconosciuto che probabilmente è il suo padrone.
Anna è perplessa.
L’uomo appoggia il trasportino a terra per cercare nelle tasche le chiavi dell’auto, Anna guarda il gatto dietro alla grata e l’uomo vede Anna che guarda il gatto. Si vede che il gatto è stanco, forse non sta bene. L’uomo dice ad Anna che è oggi un brutto giorno perché il gatto è vecchio e i suoi reni non funzionano più. Anche se non sa cosa sono i reni capisce che non è una cosa normale. E una cosa che non entra nel suo piccolo mondo.
Anna è sorpresa.
Anche la donna esce dal cancello e Anna vede che singhiozza e forse piange. E’ una persona grande e Anna non sapeva che anche i grandi possono piangere. E’ stupita. L’uomo dice ad Anna che devono fare sopprimere il gatto perché non ce la fa più e soffre tanto tanto. Salgono in auto e mettono il trasportino dietro e salutano Anna come se la conoscessero.
Anna sorride.
Foese si sono sbagliati. Non ha capito bene tutto però sa che qui ci vuole un grosso trucco. E sorride ancora mentre si incammina verso la scuola.
Un giorno, per caso, il trucco verrà scoperto, si romperà come un bicchiere di vetro che cade dalla tavola, e dopo molti anni Anna si ricorderà che quella mattina davanti al trasportino non aveva avuto il coraggio di salutare il gatto.
Ennesimo post – capolavoro. Sono sempre più orgoglioso di essere da tempo un tuo follower.
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Complimenti simili sinceramente mi imbarazzano. Capolavoro è una parola grossa, io non la uso quasi mai. Comunque sono contento che ti sia piaciuto. Grazie.
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Anch’io la uso con grande parsimonia, e questo la dice lunga sul valore del tuo post. Grazie a te per la risposta, e buon Natale! 🙂
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